Lo splendido luminare femminile, materno, la nostra memoria storica che riporta ogni giorno in noi la consapevolezza ed il ricordo lontano del legame di appartenenza alla nostra ascendenza genealogica, la Luna, oggi si incontra in un poetico Quinconce con Nettuno in Pesci in R.
Due segni femminili legati al ricordo, ai legami, all'unione divina con noi, con gli antenati, con i nostri discendenti futuri che parlano di Amore in due forme molto diverse: da una parte il legame ufficiale, riconosciuto dalla legge e dal mondo, definito e ideale, dall'altro l'amore che unisce e comprende ogni cosa, che si apre verso la vita e l'accoglienza empatica dell'altro.
Un Quinconce che considera due elementi, Aria e Acqua che, come ho scritto molte volte, significa “fecondare le proprie idee e portarle a galla, alla luce.”
Un aspetto che unisce passato, presente e futuro, generazioni attuali e generazioni passate, soprattutto femminili, le nostre sorelle, madri, nonne, antenate che ci hanno trasmesso le antiche sapienze.
Nettuno in Astrologia karmica ci indica le antenate ma anche la Madre Cosmica ad unire tutto il nostro sentire che in Retrogradazione mostra ancora un disagio, un limite, l'avvertimento che ancora c'è qualcosa da guarire e che possiamo riuscire a farlo solo collegandoci profondamente al nostro sentire profondo, emozionale, intimo.
Chi ci sta parlando è il nostro albero genealogico femminile, sia da parte materna che paterna che, da un punto molto indietro nel tempo, invia un sussurro, un piccolo soffio di vento che entra in noi e ci fa sentire l'amore della Madre.
Divenire per un attimo madri accoglienti di noi stessi, per ascoltare e comprendere il messaggio ancora non chiaro che risuona in noi ma che c'è e vibra, e preme, per esprimersi chiaro una volta per tutte.
Nettuno la Visione, chi ha occhi per vedere; solo aprendo la possibilità alla nostra Visione interiore, il nostro occhio magico, abbiamo la possibilità di vedere chi siamo, la direzione e portarlo nel piccolo e semplice agire quotidiano.
E' solo allora che impariamo a vedere le cose con gli “occhi di un bambino” che a differenza dei nostri sono in grado di vedere la realtà diretta senza filtri e gioire.
Risuoniamo con gratitudine a tutti i doni che il cielo ci porta ogni giorno, perché ogni vibrazione in un transito è un passaggio per noi speciale e necessario.
“..e quindi uscimmo a riveder le stelle..”
Liana
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